Nutrizione & Salute tra tradizione e innovazione - Quali scenari e sfide per il futuro?

09/02/2024
Nutrizione & Salute tra tradizione e innovazione - Quali scenari e sfide per il futuro?

L’incontro del 9 febbraio, organizzato da ART-ER in collaborazione con Clust-ER Health e Clust-ER Agrifood, è nato dalla volontà di aumentare una consapevolezza: portare più salute e più qualità sulle tavole dei cittadini. Una sfida necessaria maturata all’interno dei lavori del
Tavolo regionale Nutrizione & Salute.

In un contesto in cui invecchiare in salute è diventata una priorità, innanzitutto per garantire una migliore qualità di vita alle persone, ma anche per razionalizzare la spesa sociosanitaria e investire sulla sanità di territorio, in un contesto di risorse calanti, come possiamo valorizzare la ricerca, l’industria e il territorio e contribuire a costruire una cultura gastronomica che favorisca salute, benessere e longevità?».

A questa domanda hanno cercato di rispondere Fontana e gli altri relatori che hanno preso parte alla mattinata. Si tratta del co-founder di NGB Genetics Vittorio Lucchini, della nutrizionista del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dello IEO Lucilla Titta, del professore di Microbiologia agraria dell’Università di Parma Erasmo Neviani, della direttrice del Centro di Ricerca Nutrafood dell’Università di Pisa (TBC) Lucia Guidi, della communication manager del Clust-ER Health Nicole Ticchi e della direttrice del Centro di Ricerca EngageMinds Guendalina Graffigna

All’incontro ha partecipato Luigi Fontana, direttore scientifico del Charles Perkins Centre RPA Clinic dell’Università di Sidney, uno dei massimi esperti mondiali di longevità. Fontana ha presentato un’analisi della situazione attuale dello stato di salute della popolazione, delle abitudini alimentari e degli stili di vita, sollecitando una riflessione su quali saranno le prospettive evolutive.

“Negli Stati Uniti ogni anno vengono spesi trilioni di dollari – ha riportato Luigi Fontana, illustrando i risultati di uno studio clinico sul digiuno intermittente e su un regime alimentare prevalentemente a base di fibre, pesce e prodotti non confezionati condotto su un campione di 139 soggetti fra i 30 e i 65 anni – per curare e gestire una serie di condizioni sanitarie che potrebbero essere evitate e che continuano invece ad aumentare in termini di prevalenza e costi. In particolare, nel 2023 circa il 90% di quelle risorse è stato utilizzato per l’assistenza sanitaria legata al trattamento di malattie croniche dopo che si erano manifestate. Al contrario, è stato stimato che ogni dollaro investito in interventi comprovati per prevenire le malattie croniche non trasmissibili, grazie al miglioramento delle condizioni di salute, alla riduzione della morbilità, della disabilità e alla riduzione delle morti premature, potrebbe generare un ritorno di sette dollari entro il 2030”.

È ormai dimostrato che alcune malattie quali obesità, celiachia, diabete, di cui è notevolmente aumentata la diffusione nell’ultimo decennio anche in Italia, siano fortemente associate all’alimentazione. Purtroppo, nella nostra regione i dati epidemiologici mostrano una scarsa aderenza alle raccomandazioni nutrizionali che caratterizzano la dieta mediterranea e che incoraggiano un maggiore consumo di frutta, verdura, legumi e cereali. In una regione caratterizzata dalla rilevante presenza di imprese della filiera agroalimentare, si impone, dunque, la necessità di ridurre l’impatto ambientale di queste produzioni e di supportare tali industrie nella proposta di prodotti alimentari legati alla tradizione, ma innovativi in termini di sicurezza e attenzione a rispondere alle esigenze specifiche delle diverse categorie di consumatori.