Per il ciclo “DIG.INT POINT OF (inter)VIEW – Voices from the territories” pubblichiamo l’intervista a Jone Etxebeste di Tknika
Si arricchiscono i punti di vista sull’internazionalizzazione attraverso le interviste per conoscere meglio i diversi contesti regionali coinvolti nel partenariato del progetto DIG.INT | Digital International Trainers. Dialogando con alcuni dei loro rappresentanti, approfondiamo alcune tematiche legate all’internazionalizzazione della formazione, mettendo a sistema differenti soggetti intervistati a seconda del diverso ruolo e caratteristiche, siano essi appartenenti ad istituzioni Regionali, Enti di formazione, Aziende o Università.
Per questo terzo appuntamento dialoghiamo con Jone Etxebeste, Tecnico in Innovazione Applicata per l’Internazionalizzazione della Formazione Professionale presso Tknika e approfondiamo dell’importanza dell’internazionalizzazione nel rinnovare l’istruzione e la formazione professionale nel Paese Basco e il ruolo dei Centri di Ricerca Applicata in questo processo.
L’internazionalizzazione rappresenta un elemento chiave della Formazione Professionale Basca, con la creazione di centri di ricerca applicata come Tknika a testimonianza di ciò. Al vertice di questo impegno troviamo Jone Etxebeste, Tecnico in Innovazione Applicata per l’Internazionalizzazione della Formazione Professionale presso Tknika. Abbiamo avuto recentemente il privilegio di intervistarla per approfondire il suo contributo in questo campo e sottolineare l’importanza dell’internazionalizzazione all’interno delle istituzioni formative basche, evidenziando l’impatto sia sugli studenti che sul personale.
Secondo Jone, “comprende tutte le iniziative internazionali volte a rinnovare l’istruzione e la formazione professionale nelle nostre organizzazioni e nell’ecosistema circostante”. Queste iniziative includono azioni di mobilità, sia in entrata che in uscita, come mobilità per l’apprendimento, tirocini, stage formativi e corsi di sviluppo per il personale. L’internazionalizzazione porta diversi benefici, tra cui un maggiore senso di consapevolezza culturale e flessibilità, nonché un miglioramento della competitività e dell’opportunità di creare reti di contatti.
Jone evidenzia alcuni problemi critici, affermando che “una delle sfide principali consiste nel determinare l’approccio più idoneo per ciascuna organizzazione e gruppo target, concentrandosi principalmente, a mio parere, sugli studenti. Ogni organizzazione è diversa, fa parte di un ecosistema, dispone delle proprie risorse e obiettivi; pertanto, deve definire i suoi obiettivi in termini di internazionalizzazione e tracciare la propria strada”. Descrive questo percorso come caratterizzato da “alti e bassi”, dai quali le organizzazioni impareranno e si adatteranno. Sottolinea che senza un approccio strategico, le organizzazioni non possono valutare criticamente le opportunità offerte nel contesto internazionale. Tuttavia, Jone è fermamente convinta che “l’internazionalizzazione rappresenti un valore aggiunto per qualsiasi organizzazione”.
Jone precisa anche che l’internazionalizzazione della formazione professionale (VET/HVET) è parte della strategia governativa basca. “Possiamo trovare riferimenti fin dal 1997 che includono l’internazionalizzazione come uno degli assi dello sviluppo della VET/HVET”, evidenzia. Nel piano attuale 2022-2024 VI Plan FP VI BASQUE VOCATIONAL AND TRAINING PLAN – Tknika, l’internazionalizzazione è affrontata direttamente come una delle linee strategiche di lavoro. L’area di intervento sull’internazionalizzazione definisce 3 linee d’azione: Internazionalizzazione del sistema basco del sistema VET, Internazionalizzazione dell’innovazione applicata e della ricerca nel sistema basco del VET e Mobilità internazionale europea.
Secondo quanto afferma Jone, “queste iniziative sono attuate attraverso i centri di formazione professionale (VET) con il supporto di due entità, ovvero il dipartimento internazionale di Tknika e l’associazione dei direttori Ikaslan. Quest’ultima si concentra sull’attuazione dei programmi di mobilità”.
Quando le viene chiesto quali azioni dovrebbero essere messe in atto per supportare le competenze dei centri di formazione professionale al fine di potenziare le loro capacità di internazionalizzazione, Jone afferma che, dalla sua esperienza, “possono essere sviluppate diverse azioni, ma come già menzionato nella prima domanda, devono sempre essere allineate alla strategia organizzativa”.
Alcune di queste azioni includono la realizzazione di programmi di capacity building, la creazione di reti e collaborazioni, l’organizzazione di programmi di mobilità, lo sviluppo di curriculum internazionali, la garanzia della qualità e l’accreditamento, il reperimento di fondi e risorse, l’attività di promozione e marketing, il supporto alle politiche, il monitoraggio e la valutazione, nonché il miglioramento continuo.
Secondo Jone, “l’attuazione di queste azioni consente ai sistemi VET di potenziare le proprie capacità nell’internazionalizzazione, migliorando così le esperienze di apprendimento degli studenti, promuovendo la comprensione interculturale e contribuendo alla competitività globale delle proprie istituzioni”.
Per ulteriori informazioni su DIG.INT
DIG.INT è un progetto europeo, di cui ART-ER è partner, il cui obiettivo è sostenere il processo di internazionalizzazione dell’istruzione e formazione professionale (IFP) – ai tre livelli di insegnanti/formatori-discenti, organizzazioni di fornitori di IFP e sistemi di IFP regionali – sfruttando appieno il potenziale delle opportunità di trasformazione digitale per aumentare l’attrattiva dell’IFP e la sua capacità di sostenere il processo di internazionalizzazione dei sistemi economici.
Le interviste si configurano come attività di diffusione e valorizzazione del diverso punto di vista dei numerosi partner che assieme ad ART-ER compongono il team di progetto: CIS Scuola per la gestione d’impresa (LP), ART-ER, Politecnica University of Bucharest; CIFP MEKA LHII; SFC Sistemi Formativi Confindustria; JVB Jan Van Brabant School; University Lion; University College of Leuwen